Il proximity marketing fa per te?
Se sei un imprenditore o un marketer conosci perfettamente i vantaggi derivanti dal fatto di poter sfruttare per primo le potenzialità di una nuova tecnologia.
Il digitale per noi è un mezzo: il successo del tuo business è il fine. Il team Argoserv, compatto e coeso dal 2003, studia e applica le migliori strategie di marketing e le tecnologie per portare al successo le aziende e i partner che scelgono di lavorare con noi.
I beacon e il proximity marketing anche in Italia sono e diventeranno sempre più “The next big thing”. Questo il mantra che sto leggendo e sentendo sempre più spesso, e il brusìo non fa che crescere. Il marketing di prossimità costituisce uno dei filoni più interessanti e ricchi di opportunità di tutto il digital market e Business Insider prevede, in tale mega nicchia, tassi di crescita a doppia cifra per i prossimi dieci anni.
In altri mercati, specie quelli anglofoni, è già iniziata la corsa all’oro e si vanno già concretizzando i business legati a questo nuovo settore. In Italia siamo ancora agli albori di tale “rivoluzione”, ma, proprio per questo, essere i precursori può dare dei vantaggi notevoli ad aziende, professionisti e istituzioni che decidono di agire presto, in anticipo sugli altri, per garantirsi il vantaggio competitivo dei first mover.
Le applicazioni di prossimità aprono orizzonti nuovi. Colmano la separazione immaginaria tra mondo fisico e mondo digital, con l’uso di tecnologie che oggi sono già largamente diffuse e accessibili (finalmente) a basso costo. Rientrano a pieno titolo in quel filone di cui si sente sempre più spesso parlare, quello dello IoT, cioè l’Internet of Things, ma attenzione a non farsi ingannare dal termine: il concetto stesso di proximity è incentrato sull’interazione con le persone, non si riduce certo a un mero dialogare tra macchine.
Aumentare l’esperienza utente infatti è il fine ultimo di questa classe di applicazioni, e per questo non sono semplicemente mezzi per promozioni o espedienti nelle mani dei marketer, ma potenti alleati anche di clienti, turisti, cittadini. Scoprire in anticipo le possibilità legate all’economia delle “cose parlanti” è un investimento lungimirante e proficuo.
Per fornirti un quadro d’insieme generale ho deciso di scrivere una guida introduttiva in cui illustro le potenzialità e le problematiche legate alle principali tecnologie correlate al proximity marketing, ovvero:
Proviamo a capire perché è opportuno investire nel marketing di prossimità e nei beacon e perché gli oggetti in grado di interagire e arricchire l’esperienza dell’utente possono essere utili anche ad aziende, negozi, enti, associazioni e al territorio in generale.
Il cellulare, l’esperienza mobile, le App mobile, il GPS e il Bluetooth stanno prepotentemente trasformando il panorama del marketing e dell’advertising tradizionale: non è possibile farsi cogliere impreparati. In Argoserv stiamo esplorando queste nuove vie digitali e vogliamo renderti partecipe di volta in volta delle nostre idee, le iniziative, dei nostri tentativi, i successi e anche gli insuccessi.
Che tu ci creda o no il proximity può adattarsi perfettamente alle esigenze del tuo business e rivelarsi un potente alleato nella tua strategia di content marketing.
Dare voce a luoghi e oggetti, renderli capaci di dialogare a distanza con i nostri smartphone costituisce una risorsa per utenti, clienti e aziende, turisti e tour operator, per agenzie di comunicazione e per copy, per i produttori di beacon, di software e di App, per musei, luoghi pubblici, per il patrimonio culturale e storico dell’Italia, per artisti, artigiani e per chiunque abbia qualcosa da mostrare: la portata è quanto mai vasta.
La possibilità di far narrare storie e far parlare spazi, aziende, negozi, le opere e il territorio tutto, è un modo di arricchire l’esperienza del visitatore/cliente. Se vuole, senza sforzi, senza dover acquistare audioguide o cartine, senza dover ricorrere a depliant, brochure o coupon, senza effettuare ricerche, riceve direttamente dagli oggetti tutte le informazioni, gli extra, le offerte, le promozioni di cui ha bisogno qui e ora e può essere accompagnato in percorsi esperienziali nuovi e interattivi.
Le agenzie di comunicazione e i copy, hanno opportunità infinite di creare digital contents e di poter sperimentare nuove soluzioni. I produttori di beacon, di App e piattaforme possono realizzare e immaginare funzioni sempre più complesse e market oriented (da poter essere riusate anche in altri ambiti e settori merceologici).
Insomma è un mercato in cui operano le logiche di tipo win-win: (anche se si aprono delicate problematiche in termini di privacy) e anche l’Italia se ne sta accorgendo.
In questa guida spiego cos’è e come si concretizza la nuova tecnologia di prossimità e provo a rispondere a tutte le domande riguardanti le applicazioni coinvolte, anche tramite la descrizione di un’ampia gamma di scenari nei quali il proximity marketing può dare un contributo decisivo sia all’esperienza utente sia alle potenzialità di natura commerciale.
Le applicazioni di vicinanza sono caratterizzate da un sistema in grado di rilevare la presenza di una persona (o più precisamente quella del suo dispositivo mobile) all’interno di un’area specifica o di valutare la sua distanza rispetto a un punto predefinito. Più le tecnologie impiegate sono precise, più le possibilità di interagire e sperimentare nuove soluzioni aumentano.
La tecnologia GPS è di gran lunga (e da maggior tempo) il sistema di geolocalizzazione più diffuso sui nostri telefoni cellulari; tuttavia non è molto precisa nelle applicazioni civili (allo stato attuale può avere un errore che arriva anche fino a 3,5 metri nella rilevazione della posizione sullo spazio orizzontale), e allo stesso tempo, basandosi sui satelliti “a vista” (devono esserne visibili quattro), è limitata, in quanto disponibile e utilizzabile solo all’aperto.
Sappiamo bene quali varietà applicative il GPS sia in grado di fornire, dato che, dai navigatori satellitari al geotagging delle foto, sono tantissimi gli usi che molti di noi hanno sperimentato direttamente.
Per questo è più interessante concentrare l’attenzione su protocolli che hanno la possibilità di funzionare anche al chiuso (localizzazione indoor): ogni qual volta ci sia la possibilità di identificare la posizione di un dispositivo anche in spazi chiusi in relazione a specifici punti di interesse vicini tra loro, allora possiamo parlare propriamente di microlocalizzazione.
Spesso sistemi di localizzazione GPS e localizzazione indoor sono combinati tra loro, ma di certo sono i secondi, meno universalmente diffusi e relativamente inesplorati, che gettano le basi per la possibilità di app di proximity aprendo a nuove modalità di interazione tra mondo fisico e digitale.
In realtà di proximity marketing si parla già da almeno un decennio ma per capire come sfruttarlo al meglio, scopriamo insieme quali sono le tecnologie allo stato dell’arte che possono essere utilizzate per supportare le nostre campagne.
Le applicazioni di proximity marketing possono appoggiarsi su reti wifi per rilevare la presenza in un’area fisica dei dispositivi. La localizzazione tramite rete wifi non è particolarmente precisa, tuttavia sono anni che si sfrutta tale tecnologia, diffusissima e supportata da tutti i dispositivi, per fare proximity marketing (anche se con molte limitazioni).
Una rete wifi è un servizio che permette di accedere a una rete locale o a Internet, e per questo il motivo per cui una persona si collega a una wifi è funzionale alla fruizione di tale servizio: sovente per accedere a una rete wifi è necessaria un’autenticazione.
Spesso quindi, in ambito retail, l’operazione di marketing più ovvia è richiedere a chi si collega “qualcosa in cambio” per questo servizio gratuito: un like, un tweet, lasciare i dati di contatto, o semplicemente la lettura di un messaggio pubblicitario di qualche tipo, ad esempio al momento del login. Esistono possibilità di applicazione più articolate, tuttavia rimaniamo su uno scenario con limitazioni significative.
NFC sta per Near Field Communication, ovvero comunicazione a corto raggio, ed è una tecnologia che nonostante abbia già dieci anni di vita (di più se la consideriamo una evoluzione degli RFID) si è largamente diffusa solo da un paio di anni: basti pensare che il primo dispositivo Apple ad integrarla è stato l’iPhone 6 nel 2014.
La NFC consente a due dispositivi di comunicare tra loro fino a una distanza di circa dieci centimetri. Tale protocollo consente interessanti applicazioni di prossimità: avvicinando il device a un altro dispositivo che supporta la NFC, questo può ricevere dei comandi, attivare funzioni sullo smartphone e quindi inviare una risposta.
È molto utile e adatto soprattutto in ambito di mobile payment: basta il semplice gesto di avvicinare il cellulare alla cassa per innescare il processo di pagamento.
Credo che sia questo il campo di elezione principe di tale tecnologia: la vedremo presto sempre più in uso nelle casse dei supermercati e dei grandi magazzini, nei luoghi in cui è necessario pagare un ticket per poter accedere (musei, concerti mostre, sistemi di trasporto pubblico e chi più ne ha più ne metta).
La caratteristica cruciale di tale protocollo è la necessità di dover compiere l’atto di avvicinare il dispositivo al segnalatore per far scattare l’interazione (interazione attiva). Il corto raggio di azione, utile a non innescare processi involontari nel caso di mobile payment, può risultare tuttavia molto scomodo e un vero ostacolo in altri tipi di applicazione.
Il protocollo Bluetooth è un sistema di comunicazione supportato dai nostri cellulari e smartphone da oramai più di dieci anni.
Già in passato la tecnologia di cui stiamo parlando è stata utilizzata in pioneristici scenari di bluetooth proximity marketing: dei messaggi in modalità “push” (ovvero delle notifiche) venivano inviati in tempo reale ai dispositivi vicini a un determinato device segnalatore.
Di grande interesse per l’Internet of Things e le applicazioni di prossimità è stata però l’ultima versione, ovvero la versione 4.0 (e release successive, siamo oggi alla 4.2) dato che introduce un protocollo detto BLE, che sta per Bluetooth Low Energy, forse più conosciuto come Bluetooth Smart (il nome commerciale che appare anche come logo sui dispositivi che lo supportano), o anche Smart Ready.
Il BLE è un protocollo innovativo, che consente realmente lo sviluppo di nuove classi di applicazioni perché, oltre a essere (sempre più) largamente diffuso:
Le due caratteristiche di punta del Bluetooth Smart fanno sì che sia possibile costruire dei segnalatori a basso costo, di dimensioni molto contenute, che seppur alimentati da una minuscola pila a moneta o una piccola stilo, sono in grado di mandare segnali, a intermittenza di un secondo o meno, per mesi o anche anni senza esaurire l’energia: inoltre il raggio di questo segnale può estendersi, a seconda della potenza impostata, da 1 a 50 metri (confronta tale dato con quello della NFC, per comprendere la differenza in termini di duttilità e potenziale).
Questi segnalatori a intermittenza (dei veri e propri “fari” bluetooth) sono detti appunto beacon. Sono piccoli, economici, e solitamente a batteria, che dura mesi. Addirittura si iniziano già a vedere beacon sticker da attaccare agli oggetti (prodotti da Estimote) e si sente parlare di beacon solari, senza batteria, (aggiornamento: gli italiani BlueUp e iBlio hanno già provveduto!)
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Allo stesso tempo, la tecnologia BLE installata su un tablet, uno smartphone o anche sui più piccoli wearable riesce a funzionare in modo continuativo preservando la batteria del dispositivo, cosa che in passato costituiva invece una limitazione bloccante.
Già oggi moltissimi dei dispositivi in circolazione hanno il BLE incorporato: gli iPhone ad esempio lo supportano dalla versione 4s in poi, gli iPad dal mini o dal 3 in poi, per gli Android dipende da marca e modello. Se vuoi approfondire (https://www.bluetooth.com/Pages/Bluetooth-Smart-Devices-List.aspx ) ecco una lista ufficiale di device e applicazioni (il sito non è più disponibile).
Nel 2013 Apple ha introdotto un tipo particolare di beacon, chiamato iBeacon. L’iBeacon è un segnalatore bluetooth che comunica secondo determinate caratteristiche:
Anche se l’iBeacon è una tecnologia di Apple, tutti i dispositivi equipaggiati con BLE possono rilevare e dialogare con gli iBeacon: questo vuol dire che le stesse applicazioni e gli stessi vantaggi si hanno anche ad esempio su dispositivi Android. Google stesso si sta mostrando molto interessato alle opportunità di business connesse e sta sviluppando soluzioni proprie, ma aperte, con gli Uribeacon e ora Eddystone e il Physical Web, e Samsung sta dotando i suoi device della tecnologia che ha chiamato appunto “proximity”.
Per quanto riguarda gli iBeacon, la differenza rispetto ad Android o Windows (anche se sembra che con Windows 10 le cose siano cambiate) è che Apple supporta il protocollo a livello di sistema operativo, consentendo una gestione ottimale del risparmio energetico, una precisione maggiore nella calcolo delle distanze e supportando un sistema di notifiche più evoluto, infatti le notifiche arrivano anche per app non avviate.
Con tale tecnologia le limitazioni che abbiamo evidenziato in relazione allo sviluppo di marketing di prossimità per il GPS, il wifi e per l’NFC quindi sono superate: in definitiva oggi è possibile sviluppare applicazioni di proximity marketing complete, soddisfacenti per i brand e le attività che li promuovono e che offrono una user experience di elevata qualità alle persone che le utilizzano. Win-win.
A mio avviso, e sono in tanti a pensarla come me, tale protocollo consentirà a breve l’affermarsi e lo svilupparsi in maniera massiva delle applicazioni di vicinanza e prossimità anche a fini commerciali. Parliamo di un fenomeno su scala mondiale: the next big thing, appunto.
Dunque grazie a una app dedicata e alla precisione del sistema che utilizza gli iBeacon per identificare i punti di interesse, è oggi possibile veicolare contenuti legati a una microlocalizzazione anche indoor, al fine di fornire informazioni utili, stimolare l’azione degli utenti, farli interagire e raccogliere statistiche sugli hotspot, i “punti caldi”, in cui le persone si soffermano maggiormente durante una visita.
Di seguito troverai una lista di esempi e contesti tipici in cui un’applicazione di proximity marketing tramite gli iBeacon può essere sfruttata, discussi di seguito:
Gli iBeacon sono perfetti per i musei, per le gallerie d’arte e per le esposizioni in generale. Le persone che sostano davanti a un’opera o dinanzi una sala, possono ottenere informazioni essenziali senza necessità di ricerche o di selezione dell’audioguida direttamente sul proprio smartphone.
Possono richiedere contenuti aggiuntivi, approfondimenti, materiale multimediale quando sono interessati. Il sistema può prevedere, ad esempio, giochi e informazioni divertenti per avvicinare anche i più piccoli all’arte (c.d. gamification), e, dando sfogo alla fantasia, possiamo sbizzarrirci ad immaginare e realizzare altre possibili funzioni.
Per toccare con mano le potenzialità nel settore arte, fiere e musei, abbiamo sperimentato gli iBeacon in una esposizione d’arte contemporanea a Milano.
Una conferenza, un workshop, un corso, una festa in piazza: qualunque evento può lanciare un’azione di proximity fornendo contenuti rilevanti nel punto e nel momento esatto dell’interazione.
Permettere ad esempio di scaricare contenuti correlati in tempo reale durante un workshop, come salvarsi le slide dell’intervento durante l’intervento stesso; inviare messaggi e dialogare anche in differita su una message board con le altre persone presenti nello stesso luogo. Lo abbiamo sperimentato in un evento che abbiamo promosso a Siracusa, sono tutti esempi di come arricchire l’esperienza utente in un contesto microlocalizzato.
La promozione di città, e anche di territori più estesi, come abbiamo iniziato a fare nella provincia di Teramo con il progetto MoVing, è uno scenario che unisce il mobile marketing e il marketing turistico.
In questo caso il proximity marketing è il valore aggiunto: oltre a quanto fornito dalla tecnologia GPS per esplorare una città o un territorio, esso consente di fornire un’esperienza (o tour) di realtà aumentata tramite l’invio di contenuti extra.
Non solo: l’utilizzo del protocollo consente anche la sperimentazione di tecniche di marketing avanzate come il cross selling che tramite gli iBeacon dislocati sul territorio possono essere applicate con la massima efficacia. Il marketing territoriale, local marketing, reso ancora più potente dal proximity.
L’ambito retail è probabilmente lo scenario in cui i vantaggi del proximity marketing sono più evidenti. Collocando gli iBeacon sulla vetrina i negozianti possono inviare contenuti e notifiche a chi sosta davanti al punto vendita. Un esperimento interessante in tal senso, il primo che unisce l’intento di più brand con un’unica applicazione, è stato fatto in una delle vie più importanti per lo shopping di Londra, Regents Street: se passi da quelle parti, puoi scaricare l’app mobile.
Con i beacon sugli scaffali o in prossimità di offerte speciali è possibile fornire informazioni dettagliate sui prodotti, contenuti emozionali, raccogliere feedback. Inoltre campagne di coupon e raccolta si sposano molto bene con il proximity marketing, consentendo di distribuire buoni sconto personalizzati e temporizzati a chi visita, o torna, a visitare il negozio.
In un ristorante o in altri locali dedicati alla consumazione di cibo o bevande, l’esperienza dell’utente è particolarmente importante: il marketing di prossimità unendo al mondo fisico contenuti e possibilità di interazione digitali può contribuire molto a migliorarla, e in particolare tramite l’integrazione con i social network, a condividerla.
Menu interattivi, ricette esclusive, raccolta di recensioni in loco, campagne di sconti orientate alla fidelizzazione, sono solo alcune delle possibilità più interessanti. Marketer e ristoratori hanno a disposizione molteplici opportunità.
L’ambito della Grande Distribuzione Organizzata cerca sempre di fornire ai suoi clienti dei servizi speciali: il marketing del POS, ad esempio, è nato proprio per rispondere alle esigenze di questa fetta di mercato.
Il proximity nella GDO può essere utilizzato a tale scopo: informando sulle offerte di interesse anche in modo personalizzato o per settore merceologico, aiutando il cliente nell’orientamento in grandi spazi commerciali, teatro degli acquisti, e fornendo contenuti professionali, al momento e nel luogo giusto, come solo il proximity marketing può fare: istruzioni d’uso, schede tecniche, how to. Tutto questo non è solo un servizio generico per il cliente, ma serve anche a stimolare l’acquisto informato e a rimuovere gli attriti che la mancanza di una informazione specifica può creare.
Un sistema di upselling intelligente, ad esempio, può migliorare le vendite ma anche l’esperienza utente, consigliando acquisti correlati nel momento stesso della transazione.
In tali scenari oltre ai vantaggi legati alla fruizione di contenuti aggiuntivi e di funzioni incentrate sull’interazione (si pensi alle statistiche in tempo reale in un campo di calcio, video con inquadrature complementari rispetto alla posizione dello spettatore in un teatro, oppure a una caccia al tesoro in un parco a tema), un elemento importante è il supporto all’orientamento.
Vedendo la propria posizione sulla mappa il sistema può dare informazioni su come raggiungere il gate dell’aeroporto, i servizi dello stadio, il cinema 4d che inizia la sua proiezione tra poco nel parco e chi più ne ha più ne metta (consulta la case history in fondo alla guida per avere maggiori informazioni).
Posizionare beacon su mezzi di trasporto pubblici, e in luoghi in cui si sosta, come stazioni e fermate degli autobus, ad esempio, consente di fornire un’ampia gamma di applicazioni e utilità, che spaziano dall’intrattenimento all’informazione locale, da usufruire durante i tempi di attesa, all’advertising localizzato, fino alla veicolazione di informazioni utili per i turisti o inerenti il servizio stesso, come orari, mappe, guide.
Grazie al proximity marketing applicato al mondo dei trasporti pubblici, tali informazioni extra possono essere disponibili esattamente nel luogo e nel momento in cui sono naturalmente richieste. Pensiamo anche alle metropolitane, che essendo “underground” non possono neanche appoggiarsi al GPS per fornire informazioni posizionali: i beacon bluetooth risolvono il problema.
Altro caso di rilievo sono i trasporti aerei, dove ci sono già applicazioni concrete, ad esempio già da un anno la Japan Airline usa beacon e smartwatch per coordinare il personale di bordo e di terra e migliorare il servizio.
Pensare alle possibili modalità di utilizzo del proximity nel settore della sanità esemplifica i vantaggi di applicare un sistema microlocalizzato a un luogo complesso.
I benefici in ambito sanitario si possono immaginare a più livelli di utenti:
Altri contenuti possono stimolare l’interattività in termini di feedback e le informazioni sulla posizione delle persone, fornire spunti utili per il miglioramento del servizio, e queste sono solo alcune idee tra tante possibilità.
Anche nelle scuole, e in vari contesti di natura educativa, le applicazioni di prossimità possono essere impiegate in modo intelligente e proficuo.
Materiali accessibili in modo temporizzato solo nell’aula e personalizzate per l’età dello studente, condivisione di appunti, accesso a informazioni utili come variazioni di orari e classi, “cartellini elettronici” messi in relazione a materiale didattico, con tante forme di condivisione e interazione, che si sa: nel settore educational sono estremamente efficaci.
Si pensi ad esempio a un’aula di scienze… con gli esperimenti inclusi: video delle esperienze già svolte dalle altre classi, istruzioni interattive collegate al materiale necessario all’esperimento stesso. E ovviamente anche in questo settore si potrebbero fare tantissimi altri esempi.
Dalle informazioni utili nelle sale d’attesa, alla semplificazione burocratica, alla gestione della fila agli sportelli, ci sono molti modi in cui la pubblica amministrazione può beneficiare della tecnologia iBeacon.
Immaginiamo di recarci in un ufficio pubblico e mentre attendiamo il nostro turno, di poter accedere a contenuti già selezionati per quello specifico sportello, ad esempio FAQ, ordinanze, istruzioni e moduli: ecco un modo per aumentare l’informazione e risparmiare tempo, come suggerito in questo articolo su Digital Channel (non più disponibile).
Come abbiamo cercato di illustrare, la tecnologia iBeacon apre la strada a nuovi scenari applicativi per il mobile marketing in generale e per il marketing di prossimità in particolare.
In molteplici ambiti e più di ogni altra tecnologia finora disponibile, il bluetooth 4 e gli iBeacon consentono in modo effettivo, e con costi contenuti, di collegare luoghi, oggetti fisici e persone tramite il mondo digitale, creando nuovi orizzonti da esplorare, nuove sfide per brand e marketing, e nuove possibilità di fruizione di contenuti e interazione con essi.
Siamo pronti sia tecnologicamente che culturalmente a questa nuova evoluzione: ecco perché oggi sono in tanti a voler sviluppare, e giustamente, campagne di proximity marketing. Poiché una guida non può definirsi tale se non fornisce anche materiale per approfondire l’argomento trattato, dopo un lavoro di content curation, ho selezionato e ti propongo una serie di risorse utili dal web.
Case history per un progetto dell’associazione culturale Virate sviluppato qui ad Argoserv. L’innovazione sta nel riuscire a portare il proximity marketing per la prima volta al servizio della promozione di un territorio esteso, con attrattori turistici, eventi, servizi legati al turismo, enogastronomia, prodotti e attività tipiche del territorio teramano. Il progetto è appena avviato e ne sentiremo ancora parlare. Visitare un territorio è un’esperienza, e il marketing di prossimità aumenta la qualità dell’esperienza, oltre a fornire un nuovo canale promozionale alle attività commerciali locali. Puoi leggere qui ulteriori informazioni sul progetto Moving e il marketing territoriale tramite iBeacon.
Altra case history “nostrana” dove abbiamo portato in partnership con la App Ubiika la tecnologia proximity in una esposizione dell’artista Mariano Moroni a Milano, con schede di approfondimento delle opere accessibili tramite iBeacon e QRCode. Ne parliamo in questo articolo dove trovi anche la fotogallery dell’evento e un quadro generale del proximity in riferimento a arte e musei.
Ecco un caso in Italia in cui il proximity è già realtà e funziona molto bene: l’interno del Duomo di Milano è stato dotato di iBeacon che permettono di accedere a contenuti aggiuntivi durante la visita tramite la app: questo il sito ufficiale.
Della app e di altre applicazioni di proximity per il turismo a Milano si parla anche in questo articolo: Dal Duomo al Cenacolo: l’app che trasforma Milano in un museo virtuale.
La città di Pavia può essere visitata in modo originale grazie agli iBeacon posizionati presso varie attrazioni turistiche della città. Altra case history italiana che per prima porta gli iBeacon a livello cittadino. Parliamo di oltre 50 beacon con altrettante schede di approfondimento.
Se ne parla in questo articolo: Pavia: il turismo interattivo
E questo è il sito ufficiale del progetto Pavia Tour.
Altri tre case history italiane, ancora nell’ambito di app e iBeacon per il turismo. Parliamo dei Musei Civici di Palazzo Fanese a Piacenza, con un interessante progetto descritto in questo articolo: IMApp per navigare all’interno del museo.
E da segnalare ancora a Milano, il progetto legato alla visita arricchita tramite microlocalizzazione al Museo della Scienza e della Tecnologia (targato Samsung), che puoi approfondire qui: I beacon sbarcano al museo della scienza e della tecnologia di Milano. Tuttavia il progetto non è ancora del tutto a regime, ed ecco un articolo con la recensione della app con i suoi vantaggi e i suoi limiti: Museo della scienza di Milano: bello e impossibile!
Terzo caso in questo elenco, ma in realtà primo in Italia e tra i primissimi in Europa ad aver dotato le sue sale di contenuti micro-localizzati con iBeacon, è il nuovo Museo delle Scienze di Trento. L’app EXplora MUseum è descritta qui, insieme ai vantaggi in termini di marketing, scelte progettuali e soprattutto esperienza del visitatore.
L’esperienza di utilizzo migliore è quella meno invadente: conoscere la posizione del visitatore permette di mostrare contenuti contestualizzati in modo semplice ed immediato.
Segnalo inoltre questo articolo di sadesign, dove si parla dell’evoluzione dei musei grazie alla tecnologie, e delle potenzialità del marketing per queste istituzioni: “Beacon”: la tecnologia che cambia il modo di vivere il museo, e questo di wired: Come i beacon rivoluzioneranno musei e spazi culturali.
Interessante articolo con i dati di Business Insider riguardo la crescita delle tecnologie di proximity e i cambiamenti che ci aspettiamo in ambito retail.
Beacon e IoT: come cambia il volto dei negozi intelligenti?
Interessanti statistiche sulle possibilità del proximity: Almost half of mobile consumers willing to receive retailer messages via beacon.
Su Forbes, nelle categorie retail e tech, ci sono vari articoli che parlano di proximity e mobile marketing applicato agli store; in questo post, anche se un po’ datato, una interessante overview: Apple’s iBeacon And The Future Of Mobile Shopping.
Segnaliamo due risorse, tra l’altro già linkate in precedenza in questo articolo: Digical channel, che “nasce dalla volontà di condividere racconti, spunti, idee, ispirazioni ed esperienze su tutto ciò che unisce il mondo digitale con il mondo fisico”. Sul loro blog trovi articoli di qualità, case history (anche quelle di Argoserv), ed eventi: Digical Channel.
Beacon Italy, utile risorsa con recensioni di app e hardware, test su beacon di varie marche, racconti di case history: Beacon Italy.
Non esitare a scrivere nei commenti qui sotto la tua opinione e segnalare altre risorse, case history e articoli che altri interessati all’argomento possono trovare utili, e ricordati che puoi sempre seguire la nostra sezione dedicata al marketing di prossimità qui, sul blog Argoserv.
Se vuoi introdurre queste tecnologie nel tuo prossimo progetto e ti serve un’agenzia che se ne occupi o ti consigli, faccelo sapere.
Articolo aggiornato al 25/08/2015
Se sei un imprenditore o un marketer conosci perfettamente i vantaggi derivanti dal fatto di poter sfruttare per primo le potenzialità di una nuova tecnologia.
L’ingresso di Google Eddystone nel panorama dei bluetooth beacon, può portare a conclusioni affrettate sull’apparente semplicità nel perseguire, d’ora in avanti, gli obiettivi del tuo business tramite il marketing di…
Il 14 luglio 2015 Google con un post sul blog Google Developers ha annunciato l’arrivo del suo proximity beacon, in risposta all’iBeacon che Apple supporta già dal 2013.
Mi sento fortunato. Non è una semplice citazione di un motore di ricerca, è proprio il mio stato d’animo. È un privilegio poter lavorare a un progetto che appassiona, che…