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Per la redazione di questo articolo ringrazio Letizia Terra, foodblogger di Senza è Buono
Forse – come me – ne hai sentito parlare la prima volta solo qualche anno fa, ma la celiachia ha origini antichissime: il primo a parlarne è stato il medico greco antico Areteo di Cappadocia che riferì, nei scuoi scritti, di un paziente con problematiche intestinali gravi, pallore e astenia.
Oggi i dati sulla celiachia sembrano quelli riferiti ad un’epidemia e i dati dei semplici intolleranti e dei celiaci veri sono da panico: si tratta di una malattia di origine autoimmune, che, secondo l’AIC –Associazione Italiana Celiachia, colpisce almeno 10mila persone all’anno in Italia.
L’unica cura è la totale esclusione del glutine dalla dieta (e non solo), per tutta la vita.
Il glutine è (quasi) ovunque e spesso non va da solo
Il problema è che il glutine è una proteina che si trova quasi ovunque, persino nei cosmetici. Sei celiaco? Ecco cosa devi imparare ad evitare:
- pane
- pasta
- pizza
- dolci e biscotti
- insaccati
- salumi
- omogeneizzati
- molti cibi pronti…
Non è solo questo: chi è affetto da sprue celiaca sa che basta un errore nella preparazione di un alimento perché questo si “agglutini”, ovvero venga a contatto con superfici od utensili che sono venute in contatto con glutine e che dunque possono contaminare un cibo che normalmente ne sarebbe privo. Anche la preparazione di un alimento per i celiaci è importantissima.
Insieme con la gluten sensitivity, poi, si associano spesso altre problematiche legate alle allergie o alle intolleranze, come quella a latte e derivati (lattosio), ma anche a uova, soia e lieviti.
Celiaci e intolleranti: quanti sono?
L’ultimo report sulla celiachia, pubblicato quest’anno dal Ministero della Salute ci dice che i celiaci in Italia sono quasi 13mila in più rispetto all’ultimo censimento e i numeri mancano di poco la soglia dei 150mila. Le stime non ufficiali parlano di numeri ancora più alti: circa 600 mila.
Uno studio più recente condotto da un gruppo di ricercatori italiani dell’Università di Boston, allarga l’indagine a livello globale, rivelando che, negli ultimi cinque anni, in Europa e negli Stati Uniti, l’incidenza della celiachia è aumentata di cinque volte, soprattutto nei bambini.
Oltre ciò, le allergie alimentari a uova e latte sono raddoppiate nell’ultimo decennio e vengono riscontrate soprattutto nei bambini.
Il mercato del “senza” vale 250 milioni di euro all’anno, ma…
Hai letto bene, non stiamo sparando numeri come mortaretti. Naturalmente su questa piccola miniera d’oro hanno già messo le mani i grandi brand della GDO che, proprio dall’anno scorso (ci hai fatto caso?), hanno iniziato a commercializzare sugli scaffali dei supermercati prodotti senza glutine, fino a qualche anno fa appannaggio di farmacie e negozi specializzati.
Tuttavia ciò che è senza glutine non è necessariamente sinonimo di sano. L’informazione specializzata parla di presenza in questi alimenti di percentuali di grassi superiori a prodotti “normali” che renderebbero non salutare il consumo quotidiano di pasta, pane e biscotti gluten free, insieme agli altri preparati per celiaci.
Senza glutine e anche sano? Ci pensa il web
I celiaci, insoddisfatti dei prodotti industriali, cercano un’alternativa più sana e la trovano sul web. Tra i food blogger si è scatenata una vera tendenza a parlare di ricette e preparazioni che possano soddisfare palato e occhi degli intolleranti.
Tra i più cliccati e conosciuti La Gaia Celiaca, il blog “senza” di Gaia Pedrolli che scrive, tiene anche una rubrica su D di Repubblica, oltre ad aver pubblicato libri di ricette gluten free. Anche il celeberrimo e cliccatissimo Giallozafferano ospita dei blog specifici come Il Chicco di Mais che propone piatti multietnici e persino vegetariani (un celiaco può anche scegliere di essere vegetariano!) ma sempre senza glutine. Anche tra i foodblog più noti (ne ho parlato in questo articolo) ce ne sono tantissimi che ospitano al loro interno delle rubriche di ricette per celiaci.
Largo agli e-commerce per intolleranti
Rispetto alla domanda del mercato ci sono ancora pochi negozi online per celiaci e spesso sono il primo passo verso il negozio fisico, come racconta Fabiano Marrocco, uno dei due soci di Celiachiamo in questa intervista.
Naturalmente per rendere il proprio e-commerce per celiaci un business che vale l’impresa bisogna che il sito sia realizzato a regola d’arte e che, cioè, sia in primo luogo SEO friendly e che sia aggiornato costantemente con contenuti interessanti scritti pensando ai propri visitatori, presumibilmente celiaci.
Tuttavia una vera indagine sugli e-commerce per intolleranti non c’è ancora ma sarebbe interessante scoprire quanti sono e dove nascono in giro per l’Italia. Tu ne conosci qualcuno?
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