Il partner digitale per far crescere il tuo business
Il digitale per noi è un mezzo: il successo del tuo business è il fine. Il team Argoserv, compatto e coeso dal 2003, studia e applica le migliori strategie di marketing e le tecnologie per portare al successo le aziende e i partner che scelgono di lavorare con noi.
Ricette e foto, foto e ricette: i food blog sembrano un po’ tutti uguali. D’accordo, c’è chi parla di cibo bio, chi di dieta mediterranea, chi di vegan, chi di glutenfree, chi solo di dolci o di tipicità, ma alla fine, trovarne uno che si differenzi dagli altri non è facile.
Poi ci sono quelli famosi… ma come si fa ad emergere dalla massa?
Le 3 parole magiche: studio, lavoro, nicchia.
Il lavoro che c’è alle spalle del lancio di un food blog non è diverso da quello che va fatto per pianificare un qualsiasi altro business.
È vero che, secondo i racconti dei food blogger famosi, quasi tutti sono nati per gioco, come un modo di consegnare alla rete esperimenti e confidenze nati in cucina e che solo dopo si sono trasformati in qualcosa di decisamente serio, ma per fare in modo che questo accada, ovvero per trasformare il tuo food blog in un vero lavoro, bisogna crederci e darci dentro di buona lena.
1. Studia la SEO
Innanzitutto è obbligatorio che tu sappia dove mettere le mani e non parlo della cucina: tenere un blog ti obbligherà a fare i conti con alcune cosette tecniche che non c’entrano con planetarie e trincianti. Sto parlando di content e SEO che dovranno essere il tuo pane quotidiano almeno tanto quanto le tue creazioni in pasta di zucchero.
Quello che dovrai fare da subito, secondo me, è iniziare ad esaminare cos’è la SEO: se non sai neanche di cosa sto parlando ti consiglio di leggere questo fondamentale articolo di Luca De Berardinis che ti dice nel dettaglio cosa dovrai imparare a fare.
Scrivere un post senza tenere conto delle regole che lo rendono leggibile (anche) a Google, equivale a partecipare al Rally di Montecarlo con una macchinina a pedali: tanta fatica sprecata.
2. Lavora sodo
Quello che devi tenere sempre a mente è che la rete è meritocratica (evviva!) e premia chi lavora con metodo, strategia e costanza. Questo significa che dovrai applicarti molto per far crescere il tuo food blog e farlo diventare un riferimento nel settore.
Dovrai scrivere il più possibile programmando le tue pubblicazioni con un’agenda editoriale che potrà aiutarti a controllare di essere sulla strada maestra per puntare dritto al tuo obiettivo.
Avrai bisogno di operare contemporaneamente su più fronti: in cucina con creatività, sulla tastiera con metodo, costanza e precisione, sui social network con intraprendenza e nelle digital PR con audacia, problem solving e tanta umiltà.
Ok. Ora la tua giornata è appena iniziata. 😉
3. Trova la tua nicchia, curala e non tradirla
È un mantra dell’inbound marketing e lo deve diventare anche per te: se vuoi trasformare il tuo food blog in un business devi trovare una nicchia. Questo significa che dovrai scegliere con cura ed oculatezza i tuoi destinatari.
La tua idea del lettore-tipo dovrà essere la più precisa possibile: a chi vuoi parlare? Per chi ti piacerebbe cucinare? Immagina la categoria di persone alle quali vorresti rivolgerti e valle a cercare sui social, nei gruppi, nelle community.
Ricorda che tanto più sarai specifico, tanto maggiore sarà la tua possibilità di emergere e diventare conosciuto in quel settore. È dal piccolo che devi iniziare. Poi, un giorno, ci sarà tempo per allargare le maglie ma ricorda che è comunque un’operazione non esente da rischi che va fatta con estrema oculatezza: la nicchia, se la tradisci, ti molla all’istante.
Un food blog professionale merita un piccolo investimento
Esistono tante piattaforme che ti permettono di aprire un blog senza spendere un euro e sono ottime per iniziare e fare qualche esperimento, secondo me. Ma non appena la tua attività da passatempo diventa un’idea più strutturata e decidi di lavorarci seriamente allora vale la pena di spendere qualche soldino sulla tua idea di business.
1. Acquista un dominio (e un hosting) ed usa un CMS
Il vantaggio è doppio: se hai un tuo dominio (.it o .com) avrai modo da un lato di proteggere la tua idea, dall’altro di offrire un’immagine di te professionale.
Potresti provare semplicemente a puntare il tuo blog realizzato su una piattaforma gratuita (Blogger, Altervista, ce ne sono tante) su un dominio personalizzato (www.tuoblog.it), ma presto anche questa opzione diventerà stretta ed avrai necessità di passare ad un CMS che ti possa aiutare a gestire pagine, contenuti e magari anche un e-commerce.
Il CMS preferito da blogger ed aziende è WordPress e, naturalmente, ti consigliamo di usare questo sistema. Se vuoi sapere quali sono i vantaggi di WP puoi leggere questo post
2. Acquista un template responsive e personalizzalo
Con poche decine di euro potrai acquistare un template responsive per il tuo food blog ma il tuo lavoro, una volta acquistato e caricato, sarà quello di personalizzarlo con il tuo logo, le tue immagini, i colori ed i caratteri che identificano il tuo brand.
WordPress rende tutto questo semplice ed intuitivo, ma se vuoi fare di più e rendere il tuo food blog davvero unico avrai bisogno di una mano di qualcuno che sappia sviluppare in WP.
Hai già il tuo blog, non vuoi perdere il lavoro fatto ma vorresti passare a WordPress? Ovviamente anche fare questo è possibile ma l’operazione non è delle più semplici. Il consiglio è quello di scegliere un’agenzia, come la nostra, che possa aiutarti a rendere l’operazione rapida ed indolore.
3. Cura le immagini del tuo food blog: che siano originali e professionali
L’aspetto visual di un food blog merita un articolo a parte (anzi, lo inserisco subito nella mia agenda editoriale. Se sei un esperto, mi aiuti a scriverlo?).
Quello che fa definitivamente la differenza tra un food blog amatoriale ed uno professionale è la qualità delle immagini ed il loro stile. Le soluzioni a questo problema non sono molte: o sei in grado di scattare delle belle foto ed hai anche un’attrezzatura che te lo permette (una buona reflex, un treppiede, un flash e magari una lightbox) oppure ingaggi un amico fotografo che sia in grado di farle per te.
Foto in stock? Nel tuo caso direi di no: come farai a trovare quelle perfettamente coerenti con la tua ricetta?
Quando hai tutto puoi cucinare, scrivere e… seminare
Adesso hai tutto: sei ferrato nella SEO, sai – ovviamente – come scrivere un bel food-post con un titolo accattivante (conosci la regola della minigonna?) hai il tuo bel blog efficiente, sei pronto con foto belle ed appetitose ma quando pubblichi il tuo post non viene nessuno a leggerlo.
Manca l’ultima delle mitiche fatiche di Ercole. Il seeding!
Sto parlando della necessità di condividere e far condividere sui social il tuo lavoro. Un vero food blogger non vive senza social network e i più gettonati sono il sempreverde Facebook, Google Plus, Pinterest, Instagram e Twitter.
Crea le tue pagine con copertina e foto profilo coerenti con il visual del tuo sito ed inizia la condivisione dei contenuti. Cerca di individuare gli influencer del tuo settore e punta a farti notare e (magari!) condividere da costoro.
Adesso ripeti tutto da capo ogni giorno (paragrafo demotivazionale)
Non voglio giocare a demotivarti ma mi rendo conto che tenere i piedi per terra è meglio che avere la testa per aria.
Quindi, un po’ sadicamente, continuo: tutto questo enorme lavoro non ti renderà ricco di per sé, come mi ha raccontato una delle più importanti food blogger italiane, Giulia Scarpaleggia di Jul’s Kitchen in questo articolo.
Sarà tutto quello che gira attorno al tuo essere food-blogger che ti renderà un giusto ritorno: se lavorerai sul tuo personal branding ti chiederanno di scrivere libri, di partecipare a trasmissioni in tv, ti faranno delle interviste e questo porterà sempre più traffico sul tuo sito ed alimenterà la tua fama e il tuo cachet.
Ma sappi (mazzata finale) che per arrivare a questo livello ci vorrà molto, molto tempo.
Vuoi diventare ancora food blogger dopo questo post? Allora hai la giusta determinazione! Buon lavoro! 😀
Argoserv: il team che ti accompagna al successo digitale
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